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Prosecco: tutti pazzi per le bollicine 2.0

ll Prosecco è diventato in poco tempo un vino amato e conosciuto in tutto il mondo creando il fenomeno della bollicina 2.0.
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Un vino per tutti, dedicato agli aperitivi informali, alle serate con gli amici. Un vino da stappare in ogni momento, senza aspettare una grande occasione perché, in fondo, lo sappiamo che ogni singolo istante della vita può diventarlo. E’ così che è nato il Prosecco come lo conosciamo oggi: bollicine versatili che hanno unito tutto il mondo in un unico lifestyle. Ma è solo la punta dell’iceberg. Il boom degli ultimi anni lo ha collocato nel tempio dell’essenziale ma questo è un elisir dalla storia antichissima che risale ai primi del Duecento quando era chiamato “Pucino”; addirittura l’Imperatrice Romana Livia, moglie di Ottaviano Augusto, gli attribuì il potere di prolungare vita e salute. E’ poi nel Settecento che si consolida la simbiosi tra la popolazione del trevigiano e il Prosecco, dando il via alla sua storia più recente. Le colline di Valdobbiadene diventano la culla della produzione, un brand riconosciuto in tutto il mondo per la qualità e la tradizione.

Gli antichi suoli del Conegliano Valdobbiadene, recentemente entrati a far parte del Patrimonio Unesco, sono formati da fondali marini e lacustri mentre le colline sono state poi rimodellate dai ghiacciai delle Dolomiti, costituiti da conglomerati di roccia e sabbia, argillosi e ferrosi. Il Prosecco viene qui prodotto principalmente con il Metodo Charmat, spumantizzato in autoclavi sotto pressione. Si ottiene un vino giovane che, a differenza di altre bollicine, dà il meglio di sé e della sua freschezza nel primo anno d’età.

La vera rivoluzione sta proprio in questa sua fruibilità. L’immediatezza futuristica del consumo istantaneo, certo ma con il rispetto dovuto alle tradizioni antiche delle sue colline uniche al mondo.

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