Tra le zone della Toscana più selvagge, la Riserva Naturale di Monterufoli si estende per una superficie di quasi 5.000 ettari ed è classificata Zona di Protezione Speciale a livello europeo.
La Riserva.
Posta al centro delle Colline Metallifere, la riserva è stata istituita nel 1997 e si estende per i tre comuni di Pomarance, Monteverdi Marittimo e Montecatini Valdicecina.
Quest’area vanta una complessa storia geologica che ha regalato nei secoli una profonda ricchezza mineraria: è facile imbattersi infatti in manifestazioni idrotermali, paesaggi minerari, superficiali e sotterranei, legati alla ricerca ed allo sfruttamento del rame, del calcedonio, della magnesite e della lignite.
Un luogo dove stare in contatto con la natura
Il paesaggio dalla straordinaria biodiversità della Riserva di Monterufoli è caratterizzato da vaste foreste e dense macchie sempreverdi, da cui emergono di tanto in tanto delle rocce. La vegetazione con una importante flora endemica è molto varia: macchia mediterranea, leccete, piante antichissime come il tasso, l’agrifoglio, l’alloro e le “garighe”.
La fauna invece è molto ricca di rapaci fra cui spicca l’aquila dei serpenti oltre ad essere popolata anche da animali come il lupo, il gatto selvatico, la martora, i tassi, i mufloni.
La casa del cavallino di Monterufoli
Il cavallino di Monterufoli è una vera e propria mascotte di questo territorio. Baio scuro o morello, di piccola taglia e molto resistente è abituato a nutrirsi di erbe spontanee, di arbusti e germogli della macchia mediterranea. Vive ancora allo stato brado tutto l’anno in quest’angolo incontaminato di natura.
La Villa delle Cento Stanze
Immersa nel verde dei boschi, la Villa delle Cento Stanze risale al Seicento. In questa imponente dimora della famiglia Maffei di Volterra sono documentati i soggiorni del poeta e pittore napoletano Salvator Rosa. Anche il medico naturalista Torgioni Tozzetti passò di qui, definendola “per uso di cacce”. Successivamente entrò nei possedimenti della famiglia Della Gherardesca, fino al definitivo passaggio, intorno alla metà del Novecento, nel patrimonio pubblico. Oggi la struttura accoglie laboratori didattici e gruppi organizzati che studiano le tematiche ambientali e naturalistiche.
Le attività da fare nella Riserva.
Qui si possono vivere molte avventure. Nelle giornate più calde ci si immerge nei torrenti Trossa e Sterza mentre in primavera è emozionante passeggiare sulle “antiche rocce verdi dei serpenti” con i colori delle rare fioriture. La riserva inoltre si può percorrere attraverso i sentieri con una passeggiata in bicicletta o a cavallo. Gli amanti del trekking possono cimentarsi con escursioni più impegnative o visitare le dimore storiche all’interno di quest’area.